Scavo del castello di Montagnon

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Direzione Scientifica Prof. Gian Pietro Brogiolo

Colli Euganei, Montegrotto Terme (PD), Italia

Lo scavo archeologico presso il castello di Montagnon si inserisce all’interno dei progetti IRAAHL e MEMOLA come caso studio di un insediamento fortificato medievale trasformato in un sito abitativo rurale.

L’area d’indagine è stata individuata grazie all’integrazione di fonti scritte, che attestano la presenza di un castello fin dalla prima metà dell’XI secolo, con il remote sensing, dove le immagini LiDAR sono state infatti preziose per individuare le strutture principali del castello, come la cinta esterna, conservata in alzato ma coperta dalla fitta vegetazione, e il fossato.

La scelta della collocazione dei saggi di scavo è stata effettuata dopo le prospezioni georadar che hanno permesso di individuare le aree in cui la stratificazione soprastante la roccia madre era più consistente e perciò erano maggiori le probabilità di rinvenire strutture e livelli antropici.

Nel marzo 2013 sono iniziati i lavori di scavo e rilievo delle strutture del castello e della villa rustica che l’ha succeduto; le indagini sono riprese nell’aprile di quest’anno.

Lo scavo, svolto sotto la direzione scientifica del Prof. Gian Pietro Brogiolo dell’Università degli Studi di Padova, si è concentrato su tre settori in particolare:

  1. scavo delle strutture pertinenti alla villa rustica bassomedievale, con esposizione dei muri e dei piani d’uso, analisi delle sequenze stratigrafiche e delle fasi che hanno trasformato le strutture difensive del castello a in un’abitazione rurale.
  2. scavo di un contesto insediativo in materiali poveri, caratterizzato da focolari in malta e laterizi spezzati, soprastante strutture riconducibili probabilmente ad edifici connessi alla cinta muraria.
  3. scavo di una sezione del fossato, per capire l’entità della difesa più esterna del castello.

Lo scavo ha restituito una discreta quantità di materiali ceramici, soprattutto bassomedievali, ma per ottenere una visione più completa del contesto archeologico si è scelto quest’anno di effettuare, con la collaborazione della Prof. Leonor Peña (CSIC), anche la flottazione di campioni di terra provenienti dagli strati più indicativi, con l’obiettivo di ottenere materiale utile per un’analisi archeobotanica (in particolare semi).

I risultati finora ottenuti sono incoraggianti, raccontano di un contesto che ha vissuto molte trasformazioni e di un deposito archeologico che racchiude una miniera di informazioni, soprattutto sulle fasi più antiche del castello che restano in gran parte ancora da indagare.